Abbiamo visto nella pagina introduttiva del ROE che per il calcolo di questo indice si devono esaminare due grandezze che vengono messe a confronto per la sua determinazione: il reddito e il patrimonio netto.
Per quanto riguarda il reddito, l'analisita può esaminare diverse configurazioni: si va dal reddito netto integrale o al reddito lordo oppure al reddito normalizzato. La scelta di quale utilizzare dipende dal tipo di analisi che si sta effettuando.
In primo luogo, come già esposto nella pagina introduttiva del ROE, può essere scelta la configurazione del reddito lordo, vale a dire che si esamina il valore del risultato economico prima degli oneri fiscali relativi all’esercizio, in tal caso si prende in considerazione un indicatore che prescinda dall’influenza degli oneri tributari che gravano sull’esercizio in base al criterio di competenza.
Questo accade, ad esempio, quando si vuole isolare gli effetti dovuti ai diversi regimi fiscali nei quali le aziende operano; inoltre, se viene effettuata una valutazione nel corso di più esercizi o quando si sta confrontando la redditività dell’azienda rispetto ad altre che devono sottostare a regimi tributari differenti, è necessario utilizzare come configurazione quella lorda per poter aver un indicatore significativo che non subisca l’impatto dell’area tributaria.
Esistono poi altre due tipologie di configurazioni di reddito fra le quali è possibile scegliere: il reddito normalizzato o il reddito integrale; il primo viene depurato dai redditi derivanti dall’attività straordinaria e il risultante è una rappresentazione che viene valorizzata esclusivamente dalle componenti ordinarie di reddito, e quindi legate all’attività caratteristica dell’azienda.
Viceversa, il secondo, ossia il reddito integrale ha al suo interno anche le componenti di reddito sia di natura ordinaria che di natura straordinaria. In questo modo la significatività dell'indice stesso cambia: nel primo caso abbiamo un ROE normalizzato che esprime il rendimento del capitale di rischio ordinario, quindi relativo alla sola gestione caratteristica, mentre, nel secondo caso, abbiamo un ROE integrale che esprime il rendimento totale del capitale di rischio.
Pertanto il ROE che viene calcolato prendendo al numeratore il risultato netto, ossia ricavato dal conto economico "integrale" che tiene conto di tutte le componenti di reddito, ordinarie e straordinarie, viene definito come ROE integrale.
La formula del cosiddetto ROE integrale è oggetto, però, di numerose critiche, in quanto essa può falsare il giudizio di merito sulla gestione aziendale specialmente nell'ipotesi in cui alla formazione del reddito siano presenti componenti positive di natura eccezionale, difficilmente ripetibili nei successivi esercizi.
L'analista, pertanto, dovrebbe preferire (o quanto meno analizzare) al conto economico integrale il conto economico normalizzato, che esclude dal calcolo dell'utile netto le componenti di natura straordinaria, escludendo contestualmente anche l'incidenza fiscale a loro riconducibile.
Il ROE integrale è quello effettivo e realmente conseguito in un determinato esercizio oggetto dell'analisi, mentre il secondo normalizzato è virtuale rappresentando il normale rendimento ordinario della gestione prescindendo da componenti che ne potrebbero falsare il risultato e fuorviare l'analisi.
A titolo di esempio si presenta un conto economico integrale a destra rapportato a sinistra a un conto economico normalizzato ossia depurato delle componenti positive, che derivano da ricavi straordinari.
Applicando la formula del ROE, nell'ipotesi che il patrimonio netto sia pari a € 50.000, otteniamo un ROE da conto economico integrale pari all'8,4% (4.200/50.000), mentre calcolando la stessa formula sul conto economico normalizzato il risultato del ROE sarà di un valore decisamente inferiore e pari al 4,2% (2.100/50.000), ossia nell'esempio proposto dimezzato.
L'analista,nel calcolo del ROE, dovrà pertanto porre particolare attenzione alla presenza nel conto economico riclassifcato di componenti straordinarie che potrebbero incidere sia in negativo che in positivo sul risultato netto e pertanto falsare il giudizio sul ROE.
28 gennaio 2021 © Giuseppe Polli